Credo che parlare di amore sia come scrivere un libro giallo: alla fine è solo un pretesto narrativo per parlare di tutto il resto. L’amore mette in evidenza chi è davvero una persona, nel bene e nel male.
Questo mese il Book Blogger Blabbering si dedica a LiberAria, casa editrice barese nata nel 2009. Come prima lettura vi presento la raccolta di racconti con più paradossi che abbia mai incontrato: Volare sott’acqua. Racconti per chi non ha tempo di leggere.
Le qualità che mi vengono subito in mente per questo grazioso libricino della collana di narrativa italiana Meduse sono delicatezza e ironia. Lubrano rimarca l’assioma secondo cui bastano poche pagine, in questo caso appena 120, per contenere mondi, vite e sentimenti,
Già solo in titolo, sottotitolo e copertina – splendida – ci sono tre paradossi, delicati e non immediatamente percepibili. Insieme racchiudono il messaggio che l’autore spiega così:
Non bisogna pensare che si possa volare solo in cielo. I pinguini lo fanno sott’acqua. Ognuno deve trovare il proprio modo di volare. Ce ne sono tantissimi, tanti quanti sono le persone.
E’ vero, come dice il sottotitolo, che questi racconti sono scritti per chi non ha tempo di leggere perchè alcuni riempiono solo una facciata, ma tutti, seppur nella loro brevità, sono come dei piccoli quadri, micro scenette tratteggiate in modo coinvolgente.
Alcuni fanno sorridere, altri proprio ridere – i derby soprattutto! – , altri ancora sono delicati fino a sfociare nella malinconia.
Insomma, vi consiglio questo libro se avete voglia di un amico in borsa che vi sappia divertire ed intrattenere nonostante non necessiti la memorizzazione di trame complicate o interi alberi genealogici.
Vi lascio una citazione di Fabio Lubrano che ho trovato in una bella intervista su SoloLibri.net che mi ha colpita perchè è ciò che cerco di fare ogni volta che scrivo e che, a volte, è dannatamente difficile!
[…]eliminando tutte le sovrastrutture stilistiche che anziché potenziare la scrittura di fatto la filtravano. Uno degli aspetti più difficili dello scrivere è proprio riuscire a essere spontanei, a essere se stessi.
Infine, tutti noi siamo abituati ai formati delle grandi case editrici, per questo voglio spendere due parole, come ho già fatto il mese scorso, per descrivervi lo stile di LiberAria – e non nascondo di divertirmi pareccho ad analizzare i vari stili di ogni editore- .
Il formato è leggermente largo, i margini in alto più sottili del solito, i caratteri piccoli e la carta molto spessa e leggermente ingiallita. L’impressione è quella di avere un libro antico dalle pagine colme di parole, ma la sensazione che se ne ricava non è di caos, bensì di serenità. Ci piace insomma!
La colonna sonora si ispira più al titolo che allo spirito del libro, ma il paradosso dei gatti e del pesce sopra loro in copertina mi ha fatto ricordare questa canzone e spero che, come per me, vi ricordi l’infanzia.
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