“Vittoria” di Barbara Fiorio

Vittoria di Barbara Fiorio

Io ve lo dico: ci ho messo meno a leggere il libro e a scrivere l’articolo che a convincere Marseille a mettersi in posa.
COMUNQUE!

E’ uscito il 19 aprile l’ultimo libro di Barbara Fiorio, autrice di Qualcosa di vero – di cui avevo parlato quando il blog ancora non esisteva in forma molto contratta seppur entusiasta-!
Ho sfruttato parte di una preziosissima GiftCard Feltrinelli per accaparrarmelo et voilà: è durato meno di un giorno – un bel traguardo considerato che il precedente non è sopravvissuto a sei ore di treno – .

Barbara Fiorio ci regala un’altra favola moderna dove la realtà si miscela alla magia in un modo accettabile anche dai più scettici come me.
Vittoria, la protagonista, sprofonda in un periodo buio dopo la fuga esistenziale del compagno, nel frattempo il lavoro freelance da fotografa si è inabissato e la carta d’identità segna impietosa quarantasei anni.

Permettetemi una citazione che mi ha strappato una hola di approvazione mista a tristezza in quanto musicista professionista:

I soliti dobloni di visibilità, umilianti e offensivi, ma ormai moneta corrente.
[…] è dipendete a tempo indeterminato, per sua fortuna non affonda nel fango del mondo “artistico”, quello dove ogni giorno paghi le tue scelte, quando sono scelte, e devi pagare col sorriso del privilegiato che si concede il lusso di fare l’artista.

*applausi*

Fin qui potrebbe essere un romanzo come tanti: una donna che nasconde la sua identità in un cassetto per non offendere l’ego del compagno e che tenta poi di ripotarla alla luce nella valle di lacrime in cui quest’ultimo l’ha lasciata.
La chiave di volta sta nel come lo fa.
Non mi va di dirvi altro perchè anche io sono riuscita a tenermi al riparo dagli spoiler e, come sempre, grazie a ciò mi sono divertita molto di più.
C’entrano i tarocchi sì, lo spoilera già la copertina, ma non nel modo che pensate, perchè Vittoria usa intelligenza, fantasia e sensibilità per compiere la sua magia, dimostrando che non servono le scienze occulte per essere definite streghe.
Mi piace questo punto di vista. Anzi, esagero: lo adoro.

Un altro ingombrante personaggio è Facebook: croce&delizia dell’ultimo decennio.
Non sono ancora abituata a trovarlo in un romanzo che non sia uno young adult e la prima reazione è una stropicciata di naso, ma il mio è stupido snobismo. Facebook esiste ed è idiota credere che non influenzi le nostre vite.
Barbara Fiorio gli dà il giusto spazio. Senza condannarlo nè osannarlo, gli conferisce il suo ruolo di vetrina per narcisisti, ma anche mezzo di lavoro e, ovviamente, generatore infinito di gossip.

Sapere che la capienza di uno smartphone regge centinaia di foto è un’imprevista idea di inferno.
***
Vera, nulla di falso, ma nulla di più. Non mi do in pasto alla gente, non sono un rinfresco.

Insomma, mi è piaciuto questo libro. Al suo interno c’è una storia ben strutturata, personaggi caratterizzati, una morale ed un finale magari un po’ telefonati, ma incoraggianti.

Le semplificazioni stanno facendo più danni di un cinghiale nell’orto.

Ci sono logica e magia oltre che sapienti osservazione ed analisi dell’animo umano.

Vuoi essere una figa pazzesca? Impegnati, punta al meglio, porta a termine i tuoi progetti e non scaricare suglia altri la colpa dei tuoi insuccessi.

*altri applausi*
La scrittura, come in precedenza, mi piace moltissimo. Lineare, semplice, ironica e scorrevolissima. Dritta al punto con poche parole oppure lunghi periodi solo con virgole per raccontare fiumi di sensazioni.

Il Natale, le feste, la fine dell’anno incombono con la loro parcella emotiva e le tariffe salgono in proporzione alla solitudine e al senso di perdita.

Infine una menzione al gatto Brodo della scrittrice che nel romanzo diventa il gatto Sugo.
Ok, magari è ironia spicciola, ma ho riso un sacco.

Come opinione assolutamente non richiesta, per me questa è una delle copertine più belle dell’anno. Non è nulla di mirabolante, ma già solo il gatto e questo magnifico azzurro non mi fanno smettere di guardarla!

La colonna sonora ce la suggerisce Vittora stessa:
It’s a long way to the top ( if you wanna rock’n’roll ) dei AC/DC . Ok, non sapevo che esistessero e non è decisamente il mio genere, ma il

Vittoria di Barbara Fiorio

testo parla chiaro e mi piace quando uno scrittore sceglie autonomamente le musiche quindi voilà.

[Ho dovuto fare la stessa foto anche a Toutatis per ovvi motivi di gelosia. Chi vive con gatti capirà.]

Come sempre vi ricordo che sono affiliata ad Amazon e, nel caso voleste acquistare il libro, potete seguire questo link. Voi non avrete alcuna maggiorazione, mentre io riceverò una piccola commissione. Potete eventualmente anche offrirmi un simbolico caffè attraverso ko-fi. Inutile dire che ogni provente da questi due siti verrà utilizzato per acquisti inerenti al blog.

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Un commento

  1. […] Due sono le mie scelte. Senza star a far polemiche sulle distinzioni di genere, il primo libro forse può interessare di più le lettrici mentre il secondo è più unisex. Vittoria di Barbara Fiorio ( Feltrinelli 12,75€ ). Uscito questa primavera è una storia di rinascita. Una fotografa di quarant’anni vede sgretolarsi una per una tutte le sue certezze amorose e lavorative. Da una situazione di scoramento che più profondo non si può finisce un po’ per caso a fare i tarocchi nonostante non creda assolutamente nella magia. La fotografia però non l’abbandona e l’evoluzione della sua vita sembra una di quelle favole moderne che fanno bene al cuore. Ve ne ho parlato più a lungo qui. […]

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