“Io sono Una” di Una

Io sono Una

Essere sfruttato perchè sei vulnerabile non è la stessa cosa che dare il proprio consenso.

Add Editore è l’ospite di maggio sul Book Blogger Blabbering e ciò mi ha permesso di leggere una delle graphic novel più emozionanti ed istruttive che mi siano mai capitate.

Io sono Una è un’autobiografia che parla della violenza di genere ed interseca due macrostorie, quella di Una, bambina spezzata dagli abusi e quella del caso dello Squartatore – non quello, un sequel – che terrorizzò lo Yorkshire negli anni Settanta.

Una volta iniziato a leggere non ho potuto staccarmi che all’ultima pagina e ci sono talmente tante cose che mi sono piaciute che non so da quale cominciare.
Anche un occhio inesperto come il mio si accorge che una delle peculiarità di questa graphic novel è la molteplicità degli stili.
I personaggi sono disegnati in un modo, gli sfondi in un altro e quel che apprezzo di più è che questi ultimi parlano. Sono più evocativi dei personaggi. Descrivono situazioni e stati d’animo.
L’altro aspetto originalissimo che ho adorato è stata l’impaginazione. Imprevedibile ad ogni pagina, l’occhio in continuo movimento per seguire le direzioni delle parole. Addirittura le scritte spesso inframmentate o tratteggiate attorno alle linee dei disegni.
I colori prevalenti sono il bianco e il nero, ma ogni tanto ci sono piccole comparse di colore, niente affatto casuali.

Veniamo al testo. Profondo e rilevante tanto quanto la parte grafica.
Se crescere ed affermare la propria personalità è uno dei compiti più difficili dell’essere umano, come si trovano ad affrontarlo le vittime di abusi sessuali infantili?
Questa graphic novel è un omaggio proprio a coloro che troppo spesso vengono lasciate sole durante e dopo una violenza ed alle quali si cerca di instillare il dubbio che il loro comportamento abbia in qualche modo giusfiticato l’aggressione.
Negli anni Settanta questa tendenza misogina era particolarmente diffusa. A Peter Sutcliffe venne permesso di uccidere e violentare donne per 12 anni prima di essere catturato – inizialmente persino per errore -.

<<Oh, perchè ci devi mettere di mezzo il genere?>>
<<E’ inevitabile. Una persona che ha potere fisico, strutturale o autoritario su un’altra abusa di quel potere per soddisfare un senso di diritto acquisito, o per crudeltà, o entrambe le cose.>>
N.B. bisogna assolutamente che legga Ragazze Elettriche di Naomi Alderman.

A fuorviare la polizia fu la fredda convinzione che egli uccidesse solo prostitute. Una ci racconta le vite di queste vittime e di come allora – ma direi anche oggi – fosse tristemente facile essere additata come puttana e quindi essersela cercata.
Una documenta. Statistiche, studi scientifici e sociologici sui femminicidi. Non c’è dolore fine a se stesso, ma lucido resoconto delle violenze e dei danni che provocano.

[…] dopo tutto, dovevano aver fatto qualcosa di terribile per meritare di essere aggredite in modo tanto orrendo.

Una scappa a sedici anni. Fugge da una paese che la giudica senza sapere nulla della sua storia e soprattutto dei suoi drammi. E’ costretta a cambiare nome, diventando una tra le tante.

Questo libro è una chicca che dopo la lettura diventa un oggetto bello da sfogliare e sfoggiare in libreria, un manuale prezioso sul femminismo ed un invito alla riflessione.
E’ un grido d’aiuto, un conforto, una presa di coscienza dell’essere vittima e posso solo immaginare quanto possa aiutare chi lo è e chi non lo è a salvarsi dal diventarlo.
Sapete che credo fermamente nel potere della letteratura e lo inserirei fra le letture obbligatorie nelle scuole medie e superiori.

I partner di un rapporto devono essere sicuri che il consenso sia libero e pieno, e dato da una partner in grado di acconsentire.

Le ultime pagine poi sono davvero toccanti. Da mozzare il fiato.
Vi lascio la pagina del blog di Una dove presenta questa meraviglia. Già da queste poche righe mi sta simpatica e mi dispiaccio il doppio per non aver potuto assistere alla sua intervista al Salone del libro di Torino, ma per il dono dell’ubiquità tra hobby e lavoro non sono ancora attrezzata purtroppo!

Vi lascio una delle tavole che più mi ha emozionato per farvi capire la valenza espressiva di questa stupenda artista.

Io sono Una

Per la colonna sonora ho scoperto la musica che piaceva suonare a Una nel 1977: Mull Of Kintyre dei Wings, una canzone molto poetica che parla dell’amore di McCartney per la Scozia. Un testo abbastanza lontano dagli ideali rivoluzionari della musica punk di quegli anni!

Avrei voluto fingere che questo movimento musicale mi facesse accettare la mia condizione di emarginata, ma non ci riuscivo. Volevo solo essere normale.

Ah, la normalità. Questo mostro sacro quasi impossibile da conquistare.

Come sempre vi ricordo che sono affiliata ad Amazon e, nel caso voleste acquistare il libro, potete seguire questo link. Voi non avrete alcuna maggiorazione, mentre io riceverò una piccola commissione. Potete eventualmente anche offrirmi un simbolico caffè attraverso ko-fi. Inutile dire che ogni provente da questi due siti verrà utilizzato per acquisti inerenti al blog.

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