Eccomi qua, mentre finalmente mi concedo la libertà di essere vulnerabile e umanissima.
Vi presento una delle ultime uscite in casa Einaudi che mi sono regalata perchè fortemente convinta che il potere più grande della letteratura sia farci immedesimare in vite&prospettive diverse dalla nostra.
Roxane Gay, professoressa, femminista e attivista americana di origine haitiana, è arrivata a pesare anche duecentosettanta kg. Non è un’informazione che citerei se non fosse che il tema di questo saggio/memoir è proprio il rapporto della scrittrice con il suo corpo e con la società del magro = bello.
Questa non è la storia di un trionfo, ma è una storia che chiede di essere raccontata e merita di essere sentita.
Dalla prima pagina si chiarisce come il libro non sia nè un auto-aiuto nè una storia di rinascita, ma una testimonianza che finalmente grida come nella vita possa anche succedere di non poter sconfiggere al cento per cento i propri demoni e di dover imparare al massimo a domarli e conviverci.
Roxane Gay ora ha quarantasei anni e la sua vita è irrimendiabilmente condizionata dallo stupro subito a dodici.
L’incapacità di chiedere aiuto e raccontare cosa le sia successo la spinge a cercare nel cibo l’arma per rendere indesiderabile il suo corpo.
[ A tal proposito vi consiglio la graphic novel Io sono Una di cui ho parlato poco tempo fa che affronta proprio la complessità del percorso di cosapevolezza dell’essere vittima e la difficoltà di denunciare un abuso. ]
Ho trovato molto interessante tutta la parte in cui Roxane Gay riflette sugli stereotipi legati alla bellezza.
Il desiderio di dimagrire viene considerato una caratteristica predefinita della condizione femminile: che cosa dice, questo, della nostra cultura?
Roxane Gay scrive un libro che partendo dalla sua esperienza personale sbatte in primo piano un’ingiustizia sociale.
Se sei grassa, poco importa quanto, devi voler dimagrire e quindi pagare il prezzo di diete, rinunce e sport. A questi si aggiungono poi i modelli di magrezza e bellezza photoshoppati che si trovano in qualsiasi pubblicità, rivista, red carpet.
Ovviamente sappiamo tutti che un corpo più magro è più sano, ma nonostante questa sia l’unica vera ragione per cui un obeso dovrebbe dimagrire, nei media passa in secondo piano – quando non scompare senza tanti complimenti -.
[ Abbiate pazienza, ho evidenziato praticamente mezzo libro. Vi lascio solo l’ultima scrematura di citazioni che so rischiano di disturbare, ma come in questo caso, nessuno meglio dell’autore è in grado di riassumere con tanta empatia e sinteticità concetti così importanti. ]
E’ raro che siano le mie vere e proprie idee a essere messe in discussione. E’ il mio peso, invece.
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E’ un insulto partire dal presupposto che io mi vergogni di me stessa – che sia vero o no – perchè sono grassa.
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Nei giorni cattivi, mi scordo di separare la mia personalità, l’essenza della mia identità, dal corpo. Mi scordo di proteggermi dalle crudeltà del mondo.
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Solo ora ce ho superato i quaranta riesco ad ammettere che mi piaccio, anche se ho il tormentoso sospetto che non dovrei.
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Più sei grande, più il tuo mondo diventa piccolo.
Cosa ho imparato da questa testimonianza?
Che ogni obeso ha un motivo per essere e restare tale.
Che questo libro serve agli obesi per trovare l’immedesimazione ed il conforto di vedere le proprie difficoltà su carta stampata e forse ancora di più ai magri per riuscire ad immaginare le difficoltà pratiche e psicologiche di un corpo tanto grande.
Fame è finora l’unico libro di Roxane Gay pubblicato in Italia. Mi piacerebbe tanto che gli succedesse Bad Feminist , una raccolta di saggi sui temi di razzismo e sessismo. Dai Einaudi, facci questo regaluccio!!! *sospira
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L’ho letto di recente anch’io e mi ha colpito molto… un libro molto potente…
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Condivido assolutamente. A volte l’ho trovato leggermente statico, ma è ovvio trattando di un tema tanto specifico. In generale è to illuminante.
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