“Exit West” di Mohsin Hamid

Exit West di Mohsin Hamid Einaudi Editore

[…] su quegli alberi c’erano dei corpi scuri, bambini che si arrampicavano a giocare fra i rami, come piccole scimmie, non perchè essere scuri significhi essere come scimmie, ma perchè le persone sono scimmie che hanno dimenticato di essere scimmie e quindi hanno perso il rispetto per le loro origini.

*Sento gli applausi di Desmond Morris.

Exit West è il libro scelto per il mese di maggio sul gruppo di lettura di Acciobooks . Lo tenevo d’occhio da un po’ ed essendo da poco uscito in edizione tascabile non ho più trovato motivi per non leggerlo.

Nella prima parte di questo articolo vi dico ciò che ha reso difficile per me apprezzare il libro a tutto tondo.
Accantonando per un momento la trama ed il messaggio, vorrei parlare della scrittura.
Ovviamente non ho le competenze per leggerlo in lingua originale e questo mi impedisce di sapere con certezza se le mie rimostranze siano da imputare ad Hamid o al traduttore per l’edizione italiana Norman Gobetti.
Non mi è piaciuto per nulla lo stile della scrittura. E’ molto ripetitivo, i periodi spesso sono lunghissimi e le virgole vengono sacrificate in luogo di una sequela infinita di “e” congiunzione.
Può succedere, ma ci sono anche errori come descrivere la parlata di una persona dalla esse moscia o qualche pronome mal coniugato.
Per questi motivi la lettura spesso mi è risultata difficoltosa.
Il narratore è onniscente in terza persona, i dialoghi quasi inesistenti – questo solo per continuare la descrizione, di per sè non sono ovviamente caratteristiche negative – .

Ecco, fine delle rimostranze. Parliamo dell’argomento.
In una città volutamente anonima, due ragazzi si innamorano e, dopo l’esplosione della guerra civile, decidono di scappare.
Una delle originalità di Hamid è assegnare ad alcune porte la funzione di teletrasporto – una via di mezzo tra le Passaporte e la Metropolvere per darci un cinque tra Potterhead-.

Girava voce che ci fossero porte capaci di trasportarti in altri luoghi, anche molto remoti, lontano dalla trappola mortale in cui si era trasformato il loro paese.

Questo è l’unico elemento irreale all’interno del libro che altrimenti è una storia di fuga, di immigrazione, di guerra, ma soprattutto di speranza e rinascita.

Quando emigriamo assassiniamo coloro che ci lasciamo alle spalle.

In un periodo come questo dove gran parte della classe politica vuole convincerci sull’invasione del nostro paese e del terribile pericolo che corriamo da ogni singolo migrante, trovo fondamentale leggere altre voci, ancor di più se competenti, che raccontano come anche l’integrazione sia possibile.

[…] forse i miliziani avevano voluto provocare una reazione contro i migranti provenienti dalla loro parte del mondo che continuavano ad affluire a Vienna.

Colgo una certa ironia in questo “forse”!

Ho trovato molto interessante la scelta di assegnare un nome di battesimo solo ai due protagonisti, Nadia e Saeed. Tutti gli altri personaggi, che compaiano per un cameo o più, vengono definiti genericamente il padre, il miliziano, il commercialista della strada x, etc… Anche la loro città di provenienza non viene nominata, mentre sappiamo dettagliatamente i luoghi in cui cercano rifugio.
Nonostante questo espediente non sono riuscita ad entrare in sintonia con nessuno di essi, ma senza pietismi Hamid veicola tramite loro tutti i pensieri che noi fortunati non dobbiamo fare ogni giorno.

Ciò che stava facendo […] per lei non era un lusso superfluo, ma riguardava qualcosa di essenziale, la sua umanità, vivere da esseri umani.

Per evitare spoiler posso solo aggiungere come la parte che più mi è piaciuta di questo romanzo siano gli intermezzi apparentemente, MA solo apparentemente, senza significato. Basta. Sto zitta.

su instagram : oggi sul blog vi parlo delle ragioni per cui non posso dire di aver amato questo libro, ma anche dei motivi per cui è importante il messaggio che porta

Come sempre quando è presente la guerra trovo difficile trovare una colonna sonora adatta, mi perdonerete quindi se lascerò il silenzio come sottofondo.
Ultimo, un bel dieci e lode per la copertina!

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