“Vox” di Christina Dalcher

Vox Christina dalcher nord edizioni

Mostri non si nasce, si diventa. Pezzo dopo pezzo, arto dopo arto, creazioni artificiali di uomini folli che, come l’incauto Frankenstein, credono sempre di saperla più lunga degli altri.

Conoscete la mia passione per i distopici. Partendo dal caro 1984 di Orwell, ultimamente mi sto affezionando a quelli su tema femminile – Il racconto dell’ancella & Ragazze elettriche per citarne due a caso… – perciò Vox è stato nè più nè meno che una calamita.
Vi annuncio già che siamo di fronte ad un romanzo di quelli per cui lascerete sciogliersi il gelato lungo il braccio.

Siamo negli Stati Uniti in un’epoca non definita, ma comunque vicina a noi. Prende il potere una corrente molto religiosa che imputa tutti i mali della società alla perdita dei ruoli tra uomo e donna.
Per ricondurre quest’ultima al focolare l’idea più funzionale diventa quella di munirla di un simpatico contatore di parole da braccio che dopo le cento giornaliere rilascia scosse elettriche di intensità progressiva.
[Adorabili. Io già tornavo a Ragazze Elettriche col pensiero.]
A raccontare è Jane, nata Gianna nel sud Italia, dottoressa/ricercatrice in neurolinguistica e mamma di quattro figli che improvvisamente vede la sua vita ridursi nel tragitto tra la casa e il supermercato.
Trovo geniale la scelta del suo mestiere perché mette in luce non solo la perdita di parola, ma anche l’impoverimento della lingua che Jane cerca in tutti i modi di combattere.
Infatti, il malefico bracciale viene messo a femmine di ogni età e le bambine ricevono un’educazione limitata a poche nozioni di matematica ed economia domestica. Come se non bastasse le madri non possono comunicare con loro, raccontare fiabe, spiegare che l’universo femminile può essere molto più di ciò che vedono. L’unico sapere condiviso dai sessi è quello biblico con annesso lavaggio del cervello.

Non sto a specificarvi la rabbia che, come donna, mi è salita ad ogni pagina e che spero provino anche i lettori maschi. Ciò che più mi ha spaventata ed angosciata è la possibilità. Non c’è nulla di assurdo o inspiegabile. Tutto potrebbe succedere nella realtà. Credo che in fondo i distopici servano a questo. Spaventarci dipingendo i peggiori scenari possibili nella speranza che la paura ci sproni ad evitare che possano accadere veramente.
Diciamo che Christina Dalcher non si preoccupa di mimetizzare allusioni all’attuale situazione politica statunitense… – ed alla luce degli ultimi avvenimenti anche l’Italia sembra voler fare concorrenza-.

All’interno della trama si muovono molti archetipi di personaggi che mostrano le diverse reazioni ad un pericolo. La femminista incallita, l’eroe senza macchia e senza paura, l’uomo normale che combatte nell’ombra, il ragazzo che subisce e sposa la folle dottrina, la vittima che accetta l’imposizione, ma poi si ribella drasticamente…

L’unica nota negativa dell’intero romanzo è il finale che, a parer mio, sbroglia troppo sbrigativamente la matassa intricata che si è creata nelle sue quattrocento pagine. Anzi, in un crescendo di pathos alcuni nodi non si sono sciolti mentre altri l’hanno fatto in modo troppo comodo.
La scrittura è molto scorrevole senza manifestare tratti distintivi, tuttavia essendo un’opera prima – e speriamo non l’ultima -, sono fiduciosa che Christina Dalcher possa trovare un suo stile. Ho invece apprezzato moltissimo tutti i rimandi scientifici alla neurolinguistica che sono resi perfettamente comprensibili anche per chi non sia del campo.

Perche il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione.
E. Burke

Questa citazione riassume il messaggio dell’intero libro. Fare. Parlare. Protestare prima che venga tolta la facoltà di farlo.

Ringrazio la Editrice Nord per avermi inviato il libro e per aver diffuso un altro di quei romanzi che farei leggere nei licei di tutto il mondo.

Come sempre vi ricordo che sono affiliata ad Amazon e, nel caso voleste acquistare il libro potete seguire questo link. Voi non avrete alcuna maggiorazione, mentre io riceverò una piccola commissione.
Potete eventualmente anche offrirmi un simbolico caffè attraverso ko-fi.
Inutile dire che ogni provente da questi due siti verrà utilizzato per acquisti inerenti al blog.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...