Le interviste del BBB – Pidgin Edizioni

Questo venerdì non si parla di libri, ma di un’intera casa editrice!
Ho avuto il piacere di intervistare Stefano Pirone, fondatore della Pidgin Edizioni, per il progetto dell’Indie Café prodotto dal Book Bloggers Blabbering!
Pidgin è infatti l’ospite d’onore del mese di novembre e, sul blog e sulla pagina Facebook, io e le mie colleghe vi racconteremo le varie pubblicazioni ed i progetti editoriali di questa promettente casa editrice napoletana.
Iniziamo!

Com’è nata “Pidgin” e qual è il significato del suo nome?

“Pidgin Edizioni” nasce innanzitutto dal mio desiderio di coltivare qualcosa, seminando diverse competenze che ho avuto la possibilità di acquisire nel tempo: l’esperienza che ho accumulato nel mio lavoro di traduttore e revisore freelance e il mio amore per questo mestiere, i miei trascorsi in una casa editrice, la mia passione per i libri e le discrete competenze in campo di disegno, grafica e impaginazione che ho sviluppato trasversalmente. La casa editrice prende forma nel corso del 2017 e viene battezzata utilizzando il termine “pidgin”. Con riferimento alle lingue non ufficiali che si creano in popolazioni “sottomesse” da una “dominatore” esterno, la parola è stata scelta perché contiene in sé diverse immagini significative: quella del mescolamento dei linguaggi e del superamento tra le barriere linguistiche, e quella di una forma di resistenza di una cultura considerata minore, magari sotterranea, che desidera che la propria voce venga ascoltata.

Ci presentate i componenti della vostra squadra?

La squadra è composta da Stefano Pirone (io), Francesca Della Sala, Raffaella Maisto e Giovanna Esposito. Io sono l’editore e mi occupo di scouting, traduzione, grafica e dei vari aspetti relativi a organizzazione, distribuzione e promozione. Francesca è il mio braccio destro nella direzione e si occupa anche della revisione dei testi. Raffaella è traduttrice e si occupa anche di revisione. A Giovanna è affidato ciò che riguarda la poesia: seleziona i componimenti che riceviamo per la sezione SPLIT del nostro sito e con lei stiamo lavorando per creare una collana di poesia, un progetto complicato che seguirà delle linee ben precise e di cui parleremo più avanti.

Nelle vostre indicazioni per l’invio di manoscritti troviamo questa frase: “Cerchiamo contenuti forti, espliciti e crudi, situazioni al limite, linguaggio diretto, scenari ostici o selvaggi, con una predilezione per ambientazioni urbane, underground, e la rappresentazione di controculture e realtà sotterranee.”
Non è frequente trovare indicazioni tanto dettagliate. Cosa vuole essere Pidgin nel panorama editoriale? Qual è il messaggio che desidera veicolare?

Ci piace pensare a Pidgin Edizioni come a una persona con un proprio carattere: decisa, sfrontata, complessa, ricca di sfumature. Vogliamo che questa “persona” diventi un punto di riferimento per quelle lettrici e lettori, nonché autrici e autori, che bramano una scrittura alternativa, fresca, diretta, innovativa, giocosa. Il nostro obiettivo è dimostrare che la letteratura può anche essere altro: al di là dell’aura di intoccabilità e della sacralità masturbatoria che, nell’immaginario di molti, circondano i libri; al di là del perbenismo di una classe intellettuale che dà considerazione solo a ciò che non la sconvolge; al di là del provincialismo che colpisce l’editoria, in primis quella napoletana.
La nostra è una presa di posizione che deriva principalmente da una necessità (magari solo nostra, chissà…) di rinnovamento dell’editoria, a maggior ragione nel Meridione dove il settore appare ormai vecchio e stagnante.
Sul vostro sito avete una nutrita sezione in cui si possono trovare traduzioni dalla rivista statunitense “Pank” e dalla casa editrice americana “Tyrant Books”. Come avete scoperto queste due realtà e cosa vi ha colpito per presentarne la traduzione in Italia?

Che piaccia o meno, gli Stati Uniti non possono che essere un punto di riferimento, in questo settore come in altri. E nella mia ricerca di testi che si sposassero con il progetto, era inevitabile che mi imbattessi in alcune figure, se non autorità, di un certo tipo di letteratura americana. Una di queste è Roxanne Gay (di cui finalmente è stato recentemente pubblicato un libro in Italia), scrittrice e attivista che, tra le varie cose, ha fondato due progetti letterari, di quelli che piacciono a noi: Tiny Hardcore Press, una casa editrice specializzata in libricini dal carattere molto deciso, e PANK Magazine. Ormai entrambe le attività sono passate in altre mani, ma PANK Magazine resta un punto di riferimento per una letteratura che sia punk nello spirito. Tyrant Books (e il loro magazine New York Tyrant) è un altro fortissimo punto di riferimento per noi, per il carattere audace e sopra le righe che caratterizza i loro libri, e con cui abbiamo anche la fortuna di avere anche un rapporto personale, dal momento che l’editore, Giancarlo DiTrapano, di origini italiane, si è recentemente trasferito in Italia, dove continua a dirigere la casa editrice. La pubblicazione che abbiamo previsto per dicembre, “Quaderni sull’acqua”, è il primo libro che abbiamo tradotto da Tyrant Books, ma non sarà certo l’ultimo.

La vostra prossima uscita, l’“Atlante delle ceneri” di Blake Butler, si annuncia molto particolare anche per quanto riguardi la veste grafica. E’ una scelta che avete ideato con lo scrittore? Cosa c’è nel contenuto del romanzo che vi ha ispirato?

La veste grafica (a parte copertina e qualcos’altro) l’abbiamo ripresa dall’edizione americana ed è parte integrante e, a nostro parere, imprescindibile del libro come opera d’arte nel suo complesso. L’aspetto rovinato del libro riprende la rovina che viene narrata e partecipa all’immersione del lettore. I meriti dell’ideazione grafica, comunque, vanno senz’altro all’editore americano Featherproof e all’autore.

Quali sono i progetti editoriali a cui state lavorando? Ci potete dare qualche anticipazione?

Dopo la pubblicazione di “Atlante delle ceneri” di Blake Butler a novembre, seguiranno due pubblicazioni all’insegna dell’interculturalità. A dicembre uscirà “Quaderni sull’acqua”, dello scrittore iraniano Babak Lakghomi, ora residente in Canada. Si tratta di un breve noir sperimentale e frammentato, intriso di nostalgia e paranoia.
Per febbraio 2019 è previsto invece “Problems: stupefacenti complicazioni”, della scrittrice statunitense di origini indiane Jade Sharma, un’autrice dotata di una scrittura eccezionale e di grande arguzia e che non ha paura di prendere (metaforicamente) i lettori a schiaffi in faccia. La narrazione di come la vita della narratrice Maya, che all’inizio riesce a tenere in labile equilibrio un lavoro precario, un matrimonio con un alcolizzato, una relazione extra-coniugale con un vecchio professore e un’assunzione occasionale (quasi hobbistica) di eroina, crolla in maniera sensazionale e disastrosa, precipitando nel baratro, è appassionante, sconvolgente e, a modo suo, umoristica.

Si è da poco conclusa la “Fiera del Libro di Napoli” alla quale avete partecipato, in quali altre manifestazioni letterarie potremo incontrarvi?

Dati i prezzi proibitivi per la piccola editoria della fiera di Roma Più libri più liberi e alcune testimonianze negative dalla fiera di Milano, il nostro programma prevede di partecipare nel corso della prima metà del 2019 al prossimo Napoli Città Libro, al Salone del libro di Torino e probabilmente a Una marina di libri a Palermo. A parte le grandi fiere dell’editoria, ci lanciamo sempre in eventi interessanti, specialmente a Napoli, piazzando i nostri libri sui banchetti durante i concerti, nelle fiere delle autoproduzioni e così via. Infine, abbiamo in programma di organizzare cicli di presentazioni a Napoli, con l’obiettivo di portare e presentare editori indipendenti da tutta Italia. Sarà un 2019 molto entusiasmante per noi.

Grazie Stefano!

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