“L’educazione” di Tara Westover

L'educazione Tara Westover Feltrinelli Editore

Cosa fai quando gli obblighi che senti di avere nei confronti della tua famiglia sono in conflitto con quelli che senti di avere verso te stessa?

Tara Westover, nata in una famiglia mormone estremista nell’Idaho, crede nel potere curativo delle storie e decide di lasciare la sua testimonianza nella speranza che possa essere di conforto a chi, come lei, si ritrovi a dover scegliere tra la felicità e realizzazione personale e l’amore della famiglia d’origine.
Il risultato è un memoir che Feltrinelli ha tradotto e pubblicato a maggio del 2018.

O rimanevo una bambina per sempre, eternamente, o lo perdevo.

Sono stata piacevolmente stupita da questo romanzo perchè si è rivelato molto più ricco di quanto credessi. L’autrice avvisa in una nota come non sia un libro sulla religione o sui mormoni, ma una storia con persone buone ed altre meno a dimostrazione della varietà di grigi che possono assumere la vita ed i sentimenti umani.

Tara ha un certificato di nascita solo compiuti i nove anni, non va a scuola, non ha mai visto un dottore e non sa nulla di ciò che succede nel mondo al di fuori di quello che dice il padre la cui ossessione è essere indipendente dallo Stato per potersi salvare nel giorno del giudizio.
La sua vita è già scritta: dare sempre ragione al padre e ai fratelli, sposare un uomo mormone, dar sempre ragione anche a lui, fare dei figli e badare alla casa.

Quello che capii allora era che potevo fare affidamento su me stessa, che c’era qualcosa dentro di me, qualcosa che avevano anche i profeti e he non era nè maschio nè femmina, nè vecchio nè giovane. Una specie di valore intrinseco e incrollabile.

Nonostante il titolo e i molti pareri, per me il tema principale di questo libro è l’autodeterminazione, mentre l’educazione è il mezzo attraverso cui Tara Westover si apre al mondo esterno. All’università scopre una storia diversa da quella narrata in famiglia e, comprendendone l’influenza, si appassiona agli storici. E’ questo che la indirizza verso il dottorato in storia che consegue a Cambridge.

Avevo capito che la capacità di abbracciare più idee, più storie, più punti di vista era un presupposto fondamentale per crescere come persona.

L’educazione è stato tacciato di essere troppo lungo e ripetitivo, un fondo di verità c’è, ma è un memoir e la vita non scorre come una sceneggiature ben calibrata. Inoltre la prosa è gradevolissima ed è difficile interrompere la lettura. I continui tentativi sia di scappare che di riallacciare i rapporti con la famiglia rendono bene l’idea della difficoltà di questo processo e del logorio psicologico che comporta.

Il problema degli esaurimenti nervosi è che, anche se è chiaro che sei esaurito, per qualche motivo non lo ammetti. “Non sto andando a pezzi. Sono solo pigra.” Non so bene perchè sia meglio vederi pigri piuttosto che in difficoltà. Ma era meglio. Non solo: era vitale.

E’ commovente il cambiamento della personalità di Tara quando crede di avere la madre dalla propria parte. I genitori non sanno quanto i figli necessitino della loro approvazione, o peggio lo sanno e usano questo potere a loro favore.
La fine è prevedibile. Mentre i parenti non riescono ad accettare una figlia diversa da loro, Tara ci riesce grazie all’educazione, che le permette di comprendere e perdonare.

Ho imparato ad accettare la mia decisione per me stessa, per il mio bene, non per lui. Perchè ne avevo bisogno, non perchè lui se la meritava.
Solo così potevo amarlo.

Nonostante abbia delle convinzioni molto nette sulla religione cerco di mantenere la mente aperta il più possibile per non cadere in un fanatismo opposto a quello raccontato qui. Perciò non giudico i personaggi, cerco di comprenderli e fino ad un certo punto ci riesco. Oltre diventano quasi personaggi di fantasia.
Mi sono persa su internet a cercare articoli sulla religione mormone, sull’azienza di famiglia Westover, su Buck Peak o sulle ecchimosi periorbitali. Consiglio di fare le stesse ricerche per far diventare tutto ancora più vero.

Vi lascio qui la bella intervista che la scrittrice ha rilasciato per Feltrinelli. E’ chiara, concisa e toccante perchè non trascuro il fatto che stia parlando delle persone a lei più care. Credo che la stesura di questo libro abbia richiesto una notevole forza d’animo, nonostante i nomi di fantasia.

Non ho trovato il cd di cui fa menzione Tara Westover nel libro, così ho cercato la bellissima canzone Amazing Grace fatta dal Mormon Tabernacle Choir

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