
Il sentimento senza la ragione è davvero una bevanda annacquata; ma la ragione non temperata dal sentimento è un boccone troppo amaro e duro perchè l’uomo lo possa inghiottire.
Poichè il meteo pare di nuovo invernale vi presento uno dei miei libri preferiti dell’anno scorso – eletto infatti libro di #dicembre ! –
Leggere questo capolavoro è stata un’esperienza perfetta.
Da subito ho capito che avrei amato stile e trama, ma progredendo nella lettura Charlotte Brontë mi ha ammaliata, stupita ed ipnotizzata. La mia ammirazione è cresciuta esponenzialmente ed è la riprova che conoscere la trama di un libro non pregiudichia a prescindere il piacere di leggerlo, anzi, durante la sua lettura sono stata una pessima compagnia perchè ogni pagina è un punto fondamnetale della trama oppure un meraviglioso distillato di retorica, saggezza e stile.
Avevo questo classicone in libreria da mesi e mi sono finalmente decisa a leggerlo grazie al progetto #aspassoperlabrughiera nato da due bookblogger: Carmen e Annamaria .
Partecipare era estremamente semplice, bastava leggere libri di epoca vittoriana entro il 6 gennaio 2019. Nel frattempo, sui loro profili instagram, Carmen&Annamaria dispensavano chicche e curiosità per ampliare la nostra conoscenza di quest’epoca dalle mille contraddizioni.
Inutile dire che con il progetto la wishlist è aumenta a dismisura e chi sono io per resistere?
Torno a monte e cerco di limitare il mio entusiasmo.
Jane Eyre, viene pubblicato nel 1847 sotto lo pseudonimo di Currer Bell, ed è il primo romanzo di Charlotte Brontë – perchè sì, c’è chi alla prima pubblicazione sforna un capolavoro del genere-!
Ci sono alcuni tratti biografici che la scrittrice inserisce nel romanzo a partire dalle condizioni di vita nel collegio per ragazze, alle morti premature di tubercolosi, alla professione di Jane – istitutrice – .Per tutti coloro che, magari traviati dalle varie versioni cinematografiche, pensino che Jane Eyre sia solo un romanzo d’amore vi sparo questa citazione senza aggiungere altro.
Tutti gli uomini di talento, abbiano sentimento o no, fanatici o idealisti, o dispotici… purchè siano sinceri… hanno i loro momenti sublimi in cui dominano o dettano legge.
Ecco. Ora avete l’idea di cosa è capace di comunicare questa incredibile scrittrice e in che modo. Andiamo avanti.
Jane Eyre è un romanzo di formazione, è un romanzo d’amore… ma per me è soprattutto un romanzo femminista. Jane è un’eroina che parte dal nulla, senza famiglia e senza averi. E’ però cosciente della sua intelligenza e la coltiva instancabilmente senza cedere nè farsi traviare da facezie superficiali.
Vivere in mezzo al rispetto generale, anche se è solo quello di persone umili, è come <stare seduti al calmo e dolce sole>; i sentimenti di serenità sbocciano e fioriscono sotto questo raggio.
Come tutti i buoni romanzi – soprattutto dell’epoca – la strada è impervia e irta di difficoltà, ma Jane è cosciente di sè, delle sue qualità, di ciò che rappresenti davvero la felicità e solo a questo aspira.
E’ molto faticoso dominare le proprie aspirazioni e piegare la natura; ma è uno sforzo possibile […] quando le nostre energie sembrano richiedere un sostegno che non possono ottenere da sole… quando la nostra volontà si sforza lungo un sentiero che non riusciamo a seguire… non dobbiamo languire nell’inerzia nè restare immobili nella disperazione: dobbiamo solo cercare un altro nutrimento per lo spirito, non meno vigoroso del cibo proibito che esso anela a gustare… e forse più puro […]
E soprattutto Jane è una vera femminista perchè non odia gli uomini, li ama come pretende di essere ricambiata e non cede di un millimetro fino a che non raggiungere la parità di rispetto e amore che ogni essere umano merita.
Essere insieme significa per noi sentirsi a un tempo liberi come in solitudine e gai come in compagnia.
Io per prima sono stata tra quelli che hanno sempre rimproverato a Jane Eyre di essere una mollacciona in balia degli eventi. Non avevo capito nulla. Jane ha un fondamentale amor proprio e la sua personalità è la fusione della perfetta resilienza e della piena consapevolezza dei propri desideri.
Il rispetto di sè è la sua qualità più importante e lo conserva a dispetto di forti emozioni e scelte più o meno facili.
Ecco perchè la ammiro.
Io purtroppo ho studiato questo romanzo al liceo e dico purtroppo perchè ai tempi l’ho detestato. A questo proposito faccio due riflessioni:
* non credo sia una buona idea far leggere le riduzioni per ragazzi di classici tanto validi. La difficoltà di una lingua diversa unita all’intervento di un traduttore e soprattutto di una riduzione fanno quasi, se non del tutto, svanire i pregi dello stile e dell’opera in generale.
* MA, siccome la letteratura va studiata ed i grandi classici introdotti, chissà se non sarebbe più valido estrapolare ed approfondire un capitolo o una parte dall’opera originale? Si potrebbe in questo modo analizzare ed apprezzare lo stile completandolo con l’analisi dell’intero romanzo e del suo intento narrativo.
Idee eh? Prendetele per ciò che sono, ma ora che mi sono ricreduta e l’ho amato tanto rifletto perchè avrei potuto non concedergli una seconda chance e perdere così una preziosa opportunità.
Un altro pensiero inutile quanto banale è che ogni volta che mi trovo davanti a capolavori simili mi chiedo perchè perda tempo a leggere anche solo libri “belli”. Forse solo per poter maggiormente apprezzare le meraviglie o perchè di capolavori non ce ne sono abbastanza per leggere tutta una vita?
A posto così. Si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni.
Se voleste approfondire il mondo delle sorelle Brontë, ma non avete tempo di leggere biografie, vi consiglio il podcast Gocce di Storia che ha dedicato questa puntata proprio a loro. Senza alcuno spoiler sulle trame, scoprirete analogie tra i romanzi e conoscerete la loro vita privata – soprattutto ahimè, la diffusa tendenza a morire di tubercolosi – ed interessanti curiosità che sicuramente vi faranno apprezzare maggiormente le loro opere.
Gocce di storia è uno dei miei podcast preferiti perchè amo questa materia, devo però avvisarvi che la narratrice – che cura anche i testi – non è all’altezza dei suoi contenuti. Anche l’orecchio vuole la sua parte e un po’ di editing regalerebbe tanto a questo podcast. Io vi ho avvisato, vale comunque la pena sopportare questo difetto.
Ultima cosa, non voglio assegnare una colonna sonora a questo libro. Non ne ho avuta nessuna in testa mentre leggevo perchè le parole di Charlotte Brontë sono perfettamente autosufficienti.
Come sempre vi ricordo che sono affiliata ad Amazon e, nel caso voleste acquistare il libro, potete seguire questo link. Voi non avrete alcuna maggiorazione, mentre io riceverò una piccola commissione. Potete eventualmente anche offrirmi un simbolico caffè attraverso ko-fi. Inutile dire che ogni provente da questi due siti verrà utilizzato per acquisti inerenti al blog.