“Il momento (Creusaide)” di Magda Szabó

Il momento (creusaide) magda szabó edizioni anfora

Per me la letteratura non dev’essere felice e azzurra, ma nera come il sangue rappreso.

Per chi ci segue sulla pagina facebook non è un segreto che il Book Bloggers Blabbering stia dedicando alla casa editrice Edizioni Anfora il mese di luglio.
Per chi inoltre mi segue su instagram non sarà sfuggito l’entusiasmo che mi ha procurato la lettura de Il momento di Magda Szabò.

Per raccontarvelo partirò dal titolo fra parentesi: Creusaide.
Alzi la mano chi, attingendo a ricordi di mitologia classica, sappia il nome della moglie di Enea!!!

Ecco. Eppure l’Eneide ce la ricordiamo tutti, la storia di come il pio Enea, fugge alla distruzione di Troia, giunge nel Lazio e, sposando Lavinia, figlia di re Latino, dà inizio alla discendenza che porterà a Romolo e Remo.
Il punto è che Enea a Troia è già sposato con Creusa, figlia del re Priamo che però, secondo la versione di Virgilio, muore *provvidenzialmente durante la presa della città da parte dei greci.
Non entro nei dettagli per ovvie ragioni, vi basti sapere che la scrittrice ungherese Magda Szabò, convinta dell’illogicità della versione di Virgilio, riscrive l’Eneide facendo morire Enea e sopravvivere Creusa che diventa così protagonista indiscussa = Creusaide.

Adesso abbiate la pazienza di seguirmi in una breve parentesi.
Su Goodreads mi capita di dare cinque stelle ai libri per motivi molto diversi che posso riassumere in tre macrocategorie:
– quelli che non riesco a mettere giù per cui leggo camminando, mangiando e dormendo, ma che non hanno spiccate particolarità oltre ad essere ben scritti ed avvincenti
– quelli che mi spiegano qualcosa che non conoscevo o che meglio ancora mi fanno scoprire qualcosa di cui non sospettavo nemmeno l’esistenza
– quelli che riconosco essere dei virtuosismi della letteratura per costruzione, prosa, messaggio.

Creusaide rientra nell’ultima categoria.
In quello che è quasi interamente un monologo, questa egregia scrittrice ungherese crea una crasi tra un esercizio di stile, un’opera teatrale, un memoir ed un trattato politico.

Il popolo non è stupido, certo gli piacciono le favole, ma solo la sera, quando ha tempo di ascoltare […] esso sa sempre quando ne ha abbastanza dei prodotti della fantasia politica.

Raramente mi sono imbattuta in un intento tanto ambizioso e così ben riuscito. All’inizio c’è bisogno della disponibilità del lettore ad accettare lo stratagemma con cui la Szabò collega la versione di Virgilio alla sua. E’ proprio lì la motivazione del titolo Il momento che risulta essere quel labile istante il cui il Fato si distrae ed i mortali possono cambiare il corso degli eventi prestabiliti.

Nel corso di ogni azione e in ogni vita c’è un momento, un unico momento soltanto, quando la mano che tiene l’urna della Sorte, si ferma per il tempo di un respiro, e se qualcuno proprio in questa infinitesimale pausa fa un passo che lo porti nella direzione opposta rispetto alla via indicata per lui sul tassello che reca il suo nome, può percorrerla senza incappare nella punizione degli dèi: non lo fermerà neanche Giove. Il momento non può essere previsto, solo riconosciuto.

Creusa fa tutto ciò che era destinato a fare Enea, è un’eroina pragmatica che vota la sua vita all’obbedienza del volere degli dei, seguendo una causa che non ha chiesto nè scelto.
Ecco insieme un esempio della sua saggezza e della dialettica della Szabò:

[…] devi imparare l’arte della sopravvivenza, perchè non sarai in grado di lottare senza imparare i modi per difenderti, contro gli attacchi pieni di inventiva e da direzioni imprevedibili, ponendo davanti a te come scudo semplicemente il nome di concetti altisonanti quali nobile sacrificio, caro eroe, la sconfitta inevitabile delle nostre truppe gloriosamente preite. Nello scegliere i mezzi per la sopravvivenza, purtroppo, devi guardare quale ti offra soluzione, e non quale non intacchi la tua etica.

Creusa è quasi onnisciente, è stata istruita dagli oracoli sul futuro e non ci sono indecisioni nelle sue azioni. Terminata la sua missione si avvia verso quello che solo apparentemente è un finale prevedibile.

Ormai si è spenta in me la capacità di spargere lacrime per l’inevitabile; da bambino ero capace di provare compassione perfino per il passato, adesso ormai, credo, per nessuno.

Ho riflettuto a lungo se inserire o meno la prossima parte, perchè non voglio rovinare alcuni dettagli del finale per chi non avesse ancora letto il libro.
Se però lo conoscete già proseguite senza indugi!

❗️ATTENZIONE SPOILER❗️

Nonostante il libro sia un costante monologo, quando Creusa termina la sua missione e, indossando la sua vera identità, torna a Troia, improvvisamente spuntano i dialoghi.
Ho percepito questo cambiamento come un geniale segnale del termine dell’epicità. L’eroe che, compiuta la sua missione, può finalmente decidere della propria vita, liberarsi dall’obbedienza incondizionata verso gli dei e diventare un normale mortale.

❗️FINE SPOILER❗️

Mi sono a lungo chiesta se questo libro possa considerarsi femminista.
Sono arrivata alla conclusione che sì, lo è, ma non come ho sperato.
Mi ero illusa che Creusa potessere prendere il posto di Enea come donna ed invece purtroppo è costretta, come molte altre regine prima e dopo di lei, a vestire i panni dell’uomo.
Una donna/uomo.
Una donna che porta i pantaloni.
Una donna con le palle.
Tutte espressioni che trovo profondamente maschiliste – tranne la prima perchè descrive una situazione senza metafore-.
Nonostante ciò questo libro è femminista prima di tutto perchè scritto da una donna che ha potuto studiare e che ha potuto per questo manifestare tutto il suo genio letterario. Una donna che, nella sua ultima opera, ha

messo tutto dentro della vita, della morte, dell’amor patrio, della politica e del tradimento, della vigliaccheria, dell’eroismo, dei vivi e dei morti, tutto quello che non avevo mai veramente mostrato di me stessa a nessuno e che conoscevo sui doveri di un scrittore.

Questo libro è femminista perchè una donna, trovando la storia di un poeta classico poco credibile dal punto di vista materno, ha deciso di dare la sua versione [ non è una gara, il punto è poterlo fare].
Questo libro è femminista perchè pieno di affermazioni come questa:

[parlando di Cassandra] L’uomo medio non potè sopportare il momento in cui lei così, da un momento all’altro, di sua spontanea volontà, si rese indipendente, e per la prima volta in vita sua comunicò la verità non a piccole dosi, ma tutta insieme.

Questo libro è femminista perchè non esprime disprezzo per gli uomini, ma dà voce all’eroismo femminile.

Insomma, non fosse ancora chiaro, vi ESORTO CALDAMENTE a leggere Il momento perchè appagherà il lettore più esigente.
E’ un libro veramente pregevole sotto ogni punto di vista.
Vi consiglio di leggere anche la prefazione, è scritta dalla stessa Magda Szabò e racconta la genesi del romanzo.
Se voleste poi approfondire la casa editrice che ci ha ragalato questa perla trovate qui l’intervista che ho fatto alla direttrice editoriale Mónika Szilágy.

Parlando infine di questioni pratiche, sapete che mi piace notare le vesti grafiche dei libri e vorrei sottolineare come, nonostante a prima vista la carta utilizzata per la copertina sembri delicata, abbia resistito egregiamente niente meno che alla vita da spiaggia.
Magari vi parrà ovvio, ma per me non è scontato visto che mi sono ritrovata con libri più costosi ridotti a pagine sparse e copertine staccate solo perchè letti al sole – neanche in spiaggia -.

Riguardo la colonna sonora non mi è venuto in mente nulla perchè ho ricordi di qualche ricostruzione storica della musica dell’epoca e francamente non è musica che sceglierei di ascoltare…

Come sempre vi ricordo che sono affiliata ad Amazon e, nel caso voleste acquistare il libro, potete seguire questo link. Voi non avrete alcuna maggiorazione, mentre io riceverò una piccola commissione. Potete eventualmente anche offrirmi un simbolico caffè attraverso ko-fi. Inutile dire che ogni provente da questi due siti verrà utilizzato per acquisti inerenti al blog.

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